In particolare lo stop riguarda principalmente l’azienda statunitense Micron Technology per i suoi chip di memoria a industrie nazionali. Sembrerebbe che l’autorità cinese per il cyberspazio abbia rilevato un problema di sicurezza nella rete senza fornire però ulteriori dettagli. Le tensioni tra Washington e Pechino sono cresciute, anche a seguito di un’incursione delle autorità cinesi presso alcune società statunitense di due diligence aziendale Mintz Group e alla società di consulenza manageriale Bain. Tutto ciò accade in un contesto in cui Joe Biden ha chiesto una linea diretta tra i due Paesi. Come è facile intuire, la decisione ha avuto ripercussioni positive sulle aziende nazionali legate alla produzione di chip. La stessa Samsung e SK Hynix, che hanno fabbriche di chip in Cina, potrebbero ottenere maggiore trazione con i clienti cinesi. Cosa accadrà ora a livello geopolitico?
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